IL NOSTRO MEZZOGIORNO

IL “NOSTRO MEZZOGIORNO”

Il 28 febbraio 2022 con Vincenzo Marino e Paolo Di Nola ho discusso del lavoro di Luca Meldolesi sul “Nostro Mezzogiorno”. Il dibattito è stato trascritto e pubblicato integralmente sul sito di Effeddì, La Rete del Federalismo Democratico. Qui è possibile accedere alla trascrizione integrale corretta.
“Il Nostro Mezzogiorno” è un lungo percorso di studio, ricerca, elaborazione e applicazione (policy) che ha avuto inizio a Napoli negli anni Novanta e che ha coinvolto moltissimi studenti della facoltà di economia dell’Università di Napoli “Federico II”.
Una parte significativa di un’esperienza che continua ancora oggi è raccolta nei due volumi, oggetto della discussione: “Mezzogiorno, con gioia!” e “Mezzogiorno, Mezzomondo”, entrambi pubblicati da Rubbettino Editore nel 2021.
Dopo aver fatto studi e ricerche sull’antimperialismo, Luca Meldolesi incontra Albert Hirschman, studia il possibilismo economico concepito da Hirschman a partire da “La Strategia dello Sviluppo Economico” del 1958 e inizia ad applicare alcune idee possibiliste nell’insegnamento universitario a Napoli. Da qui parte un nuovo viaggio alla scoperta del possibile, seguendo le orme di Eugenio Colorni, filosofo e martire della resistenza, che ha avuto un ruolo molto importante nella formazione di Hirschman.
È così che nasce “Mezzogiorno, con gioia!”, una delle prime applicazioni di Meldolesi del possibilismo allo sviluppo meridionale.
Come ha precisato Nicoletta Stame durante il webinar, il “Nostro Mezzogiorno” si muove su tre livelli: 1. Il livello teorico. Un lavoro fondamentale di studio del possibilismo di Albert Hirschman ed Eugenio Colorni condotto grazie alla notevole letteratura dei due autori; 2. Un attento lavoro di rielaborazione del possibilismo in chiave meridionale con importanti applicazioni sul campo, la realtà economica e sociale in cui si operava; 3. La formazione di un gruppo di studenti che attraverso lo studio e la pratica del possibilismo elabora nuovi comportamenti riuscendo in molti casi a sviluppare le loro potenzialità e superare il senso di “inadeguatezza” tipico di molti studenti meridionali.
Le idee di fondo del “Nostro Mezzogiorno” – ha proseguito Nicoletta Stame – sono la democrazia, lo sviluppo e la lotta al verticalismo (la dipendenza). Tre idee che si trasfondono nella pratica del cambiamento sociale attraverso una forte “spinta morale” caratterizzata da alcune “idee trasversali: a) comportarsi con sincerità, onestà (democrazia); b) essere sensibili a ciò di cui qualcuno ha bisogno, la “marcatura ad uomo”, guardare il Mezzogiorno con simpatia, ma combattere le tendenze negative (i tre flagelli: criminalità, corporativismo, clientelismo) (sviluppo);  c) collegarsi continuamente tra l’alto e il basso, aspirare a qualcosa di più senza farsi trascinare dall’alto ed avere l’attenzione per elevare il basso (lotta al verticalismo)”.
Dopo una ricostruzione dell’esperienza universitaria napoletana e le successive trasformazioni avvenute grazie al Comitato per l’Emersione, all’Associazione Eugenio Colorni, alla nascita di EFFEDDÌ e poi dell’Istituto AC-HII, mi sono soffermato sullo schema della dipendenza, la cui rottura è alla base del pensiero possibilista e delle policy del “Nostro Mezzogiorno”.

Come ha ribadito lo stesso autore al termine del webinar, alla base dell’esperienza del “Nostro Mezzogiorno” c’è la grande questione morale dell’emancipazione umana, che non riguarda solo chi vive nella parte bassa della piramide umana, ma anche chi si trova ai vertici e, quindi, non solo chi vive nella parte settentrionale dell’emisfero ma anche quelli che si trovano a meridione. Ecco perché “Mezzogiorno, Mezzomondo”. In questi termini, “Il Nostro Mezzogiorno” è l’ardire di chi protesta contro lo schema della dipendenza che domina le relazioni umane e si inventa mille modi e mille stratagemmi per ribaltarlo. È lo sforzo e l’impegno continuo per contrastare la tendenza verticalista del mondo facendo ampio uso delle “invenzioni possibiliste” di Albert Hirschman ed Eugenio Colorni: la Strategia dello Sviluppo Economico e la Crescita Non Equilibrata, l’Uscita e la Voce, le Passioni e gli Interessi, i Mutevoli Coinvolgimenti, l’Autosovversione, le Sequenze Invertite, la Mano che Nasconde, l’Oscillazione, le Conseguenze Inattese, ecc…

E’ questo il programma di studio, ricerca e azione che ci siamo dati come AES – Economia e Sviluppo APS a partire da Giugliano in Campania: investire sui giovani proponendo un percorso di crescita individuale e collettiva che si alimenti e si autoalimenti grazie all’intraprendenza, al coraggio, all’azione, all’applicazione dei principi del buon management e dei valori imprenditoriali centrati sul buon governo e sulla partecipazione, sull’inclusione e sull’accompagnamento.

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